Nuovi buoni fruttiferi postali con alti guadagni: ecco le tipologie che rendono di più

I buoni fruttiferi postali sono da anni ormai un modo per nonni, zii, genitori e parenti in generale per fornire garanzia economiche a figli o nipoti, elargiti spesso a questi ultimi per occasioni speciali come lauree, compleanni, battesimi etc. Si tratta di un modo abbastanza sicuro per mettere da parte una piccola somma che, grazie a degli interessi annuali, crescerà piano piano sino a diventare più cospicua al momento della riscossione.

Si tratta ormai di una pratica stabile che soprattutto i nonni praticano per lasciare qualcosa ai nipoti nel momento in cui saranno grandi abbastanza da gestire tali somme. Ma in che modo funzionano esattamente i buoni fruttiferi postali e quali vincoli hanno? Vedremo di seguito di rispondere a questi quesiti oltre che a indicare quali sono i più convenienti al momento e dunque quali sottoscrivere a seconda delle singole necessità.

Un modo sicuro per garantire una discreta somma nel futuro a medio e lungo termine

Come accennatto poc’anzi, i buoni fruttiferi sono aperto e intestati a figli e/o nipoti al come forma di dono per delle occasioni specifiche, una fra tutte, ad esempio, i battesimi, quando i nonni decidono di aprirne uno in modo da lasciarci qualcosa che potremo ricevere al momento più opportuno, in 15 o 20 anni; sarà lì che avremo la maturità mentale per scegliere se spendere quel denaro per acquistare qualcosa che ci piace o piuttosto reinvestirlo per utilizzarlo ancora più avanti nel futuro, magari per l’acquisto di una casa o di un mezzo.

Di fatto, i buoni fruttiferi non sono altro che una forma di investimento emessa dalle Poste Italiane e garanti dallo Stato; similmente ad un salvadanaio, in cui possiamo mettere una piccola cifra ogni mese, il buono ci permette di risparmiare una data cifra a cui però verranno aggiunti mensilmente degli interessi che così faranno crescere tale cifra. Sfortunatamente, i soldi investiti nei buoni, sono bloccati per un tot di anni dunque dovremo aspettare che passino prima di riscuotere.

Le tipologie che rendono di più

Trattandosi di una forma di investimento garantita dallo Stato, siamo assolutamente sicuri che non subiremo perdite economiche investendovi; tuttavia, dobbiamo scegliere con attenzione quale buono decidiamo di sottoscrivere, poichè i tassi di interesse possono essere variabili e passare da percentuali molto basse per buoni di pochi anni a medi per buoni di durata più lunga. Vediamo quindi a cosa dobbiamo fare attenzione quando scegliamo il nostro buono:

  • i tassi di interesse che possono essere fissi o variabili
  • la durata che può variare da un paio di anni sino a 20
  • accertarsi che siano garantiti dallo stato

I tassi di interesse, ovviamente, sono il fattore più importante da considerare. I tassi fissi si mantengono duraturi nel tempo (ad esempio un tasso fisso al 2% ci consentirà di ottenere un aumento del 2% ad ogni rivalutazione della cifra investita) mentre i tassi variabili possono cambiare nel tempo potendo dunque crescere, aumentando i guadagni, o diminuire rispetto al tasso iniziale, rendendo più esigui i guadagni ottenuti. Bisogna ponderare con attenzione e chiedere ad un esperto quale possa essere il tasso più vantaggioso da sottoscrivere.

La durata è il secondo elemento per importanza. Se sottoscriviamo un buono dobbiamo tenere presente che non ci sarà possibile, il più delle volte, riscattare la cifra investita in caso di bisogno, dunque è sempre meglio interrogarsi su quanto denaro possiamo bloccare prima di farlo effetivamente. Se la nostra situazione economica è stabile potrebbe essere il caso di investire a lungo termine, anche 20 anni, massimizzando così i guadagni, specie se con un tasso conveniente.

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